La legale della famiglia di Simonetta Cesaroni contesta la richiesta della Procura di Roma: “Ci sono informazioni rilevanti”.
Il giallo di Simonetta Cesaroni resta un mistero dopo tanti anni. Aveva solo 19 anni quando, il 7 agosto 1990, è stata assassinata con 29 colpi di tagliacarte nello studio romano di via Poma, in cui lavorava per una sostituzione estiva. Dopo oltre 20 anni di indagini, la Procura di Roma chiede l’archiviazione delle nuove indagini.
Chiesta l’archiviazione delle indagini
A marzo del 2022 è stata riaperta l’inchiesta sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, dopo l’esposto presentato dalla famiglia della vittima. Si procedeva per omicidio volontario contro ignoti, ma il materiale consegnato agli inquirenti non ha portato a nulla di fatto.
I familiari della 19enne avevano chiesto di verificare alcuni alibi di soggetti già coinvolti nelle indagini precedenti. Sono stati quindi ascoltati una ventina di testimoni, oltre che a rianalizzare gli atti dei processi svolti negli anni.
Al termine dei nuovi accertamenti svolti dai magistrati con la sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri di piazzale Clodio, tuttavia non sono emersi elementi utili ed è stata formulata la richiesta di archiviazione.
La legale della famiglia Cesaroni: “Informazioni rilevanti”
L’avvocato Federica Mondani, legale dei familiari di Simonetta Cesaroni, ha dichiarato che “il 16 novembre scorso abbiamo depositato un ulteriore esposto con delle informazioni molto rilevanti per le quali la procura avrebbe dovuto procedere subito ad accertamenti nell’immediatezza”.
Sul nuovo esposto presentato, Mondani ha fatto sapere ai microfoni dell’Adnkronos: “Se l’informazione che abbiamo ricevuto attraverso i nostri sistemi investigativi risultasse vera cambierebbe lo scenario e potrebbe assumere toni molto rilevanti. Si tratta di un nuovo esposto con informazioni di grande rilievo per le quali si è chiesto alla procura di indagare nell’immediatezza per la delicatezza della questione”.